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Il Pirata 1963

Fin dal 1960

Un galeone ancorato sulla terraferma: così appare Il Pirata, il ristorante che sorge maestoso a picco sul mare della Costa d'Amalfi, come una nave pronta a salpare verso nuovi orizzonti.

Negli anni '60, Casimiro Milano non era ancora il capitano di questo galeone. All'epoca, era un semplice commerciante di agrumi. Ogni giorno, percorreva la Costiera con il suo carico di limoni, portandoli fino al mercato generale di Roma.

Un mestiere logorante e poco redditizio, ma in quegli anni, non c'era scelta. La vita in Costiera era scandita dai ritmi della pesca, dell'agricoltura e del commercio, mentre il turismo era riservato solo alle località più note, come Positano e Amalfi.

Praiano, un piccolo borgo nascosto tra le rocce, restava lontano dai riflettori del mondo, fatta eccezione per l'Africana, un esclusivo night club ricavato in una grotta a picco sul mare, accanto a una torre di avvistamento spagnola. Un luogo magico, divenuto icona della Dolce Vita napoletana, frequentato da celebrità e personaggi illustri.

Fu in questo contesto che l'audacia di Casimiro prese forma. Aveva un’idea: comprare un pezzo di montagna vicino all’Africana, proprio di fronte alla spiaggia de La Praia, e trasformarlo in un bar. Non aveva esperienza nel settore, e nemmeno sua moglie Pasqualina, una giovane napoletana che aveva conosciuto durante le sue visite a uno zio finanziere. Ma a volte il destino chiama in modi inaspettati.

“Io venivo da Napoli per aiutare mia zia” – ricorda Pasqualina con affetto – “Casimiro si nascondeva dietro un albero di fichi e mi osservava da lontano. Mi piaceva. Era un bravo ragazzo, e nell’ottobre del 1960 ci siamo sposati". Pasqualina era una sarta, e non sapeva nulla di bar o ristoranti, ma l'idea di costruire qualcosa insieme, a partire da quel sogno un po' folle, la entusiasmava.

Torre Saracena 1945
Casimiro e Pasqialina 1975
Il Pirata 1950
Mareggiata praiano
Casimiro 1980
Casimiro e clienti 1965
Torre Saracena Praiano

Trovare i quattro milioni di lire per comprare il terreno fu la parte più semplice. Il vero investimento non fu in denaro, ma in sudore, determinazione e coraggio. “Per fare il bar ci volle prima la polvere da sparo, per scavare nella montagna, e poi mesi di colpi di piccone” – ricorda Casimiro.

Ma neanche nei momenti più duri, quando le mareggiate si abbattevano minacciose sulla costa, Casimiro dubitò mai della sua scelta. Ogni giorno che passava, la sua convinzione cresceva: quel progetto doveva andare avanti.

Il passaggio da bar a ristorante non fu pianificato, ma avvenne quasi per caso, come se fosse scritto nelle stelle.

Tutto cominciò con i loro figli, che non volevano mangiare panini ogni giorno. Fu allora che Pasqualina chiese a Casimiro di acquistare una piccola cucina, e cominciò a cucinare per la sua famiglia. La voce si sparse in fretta tra i pescatori locali, che iniziarono a chiedere di poter gustare quei piatti. Nonostante Pasqualina cercasse di indirizzarli verso il famoso ristorante “Da Luca”, proprio lì accanto, nulla poté fermare la loro insistenza.

Pasqualina e Casimiro temevano di fare un torto a Luca Milano, cuoco affermato e caro amico, iniziando a cucinare accanto a lui, nonostante avessero la licenza.

Ma un giorno, un pescatore portò dei Purpitielli, i piccoli polpi locali, chiedendo con insistenza a Pasqualina di preparare una spaghettata. Fu quella spaghettata che segnò l'inizio di una lunga serie di piatti prelibati, che avrebbero trasformato Il Pirata in un luogo di culto per gli amanti della buona cucina.

Quando arrivò il momento di dare un nome al loro ristorante, fu Casimiro a proporlo. Con la torre di avvistamento spagnola così vicina, il pensiero corse subito alle figure che per secoli avevano terrorizzato le coste: i pirati. “La scelta era tra Saraceno e Pirata” – racconta Casimiro – “Scelsi Pirata, perché i Saraceni si difendono, ma i pirati attaccano e conquistano. E noi, in fondo, abbiamo conquistato questa terra e il mare che la abbraccia.”

Così nacque Il Pirata, un galeone fermo, ma pronto a solcare l'infinito con i sogni di chi lo ha costruito e di chi ancora oggi ne varca la soglia.

Oggi...

Oggi al timone del galeone ci sono i figli Rino e Vera, portando avanti con passione la rotta tracciata dai loro genitori.

Pasqualina, con il suo sorriso inconfondibile, non smette mai di deliziare tutti con le sue leggendarie crocchette di patate, preparate seguendo la sua preziosa ricetta napoletana, tramandata nel tempo.

A poppa del galeone, una clientela internazionale si ritrova immersa in un'atmosfera unica, dove l'accoglienza calorosa di Casimiro e Pasqualina fa sentire tutti parte della famiglia!

Polpo Il Pirata
Pasqualina e Casimiro
Pasqualina e i Crocchè
Vera e Rino

Intervista a

Casimiro e Pasqualina

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